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Lungo Corso Vittorio Emanuele sulla sinistra venendo da piazza Argentina, sorge la chiesa di S. Andrea della Valle iniziata nel 1591 da P. Paolo Olivieri, compiuta nel 1650 su disegno di Carlo Maderno. Nel 1663 il Rinaldi, modificando il disegno del Maderno innalzò l’altissima facciata di travertino, a 2 ordini, con alto portale, grande finestra a loggia, nicchie, statue e loggette laterali. Interno a croce latina a una navata con grandi cappelle laterali. La volta a botte, la cupola luminosa, l’abside larga e splendente per ori e affreschi, le danno l’aspetto di un lussuoso salone. 1^ CAPPELLA A DESTRA: (Giannetti poi Lancellotti), ricca e severa opera di Carlo Fontana (1670 c.): alla parete sinistra marmorea statua inginocchiata del cardinale Marzio Ginetti, e, all’altare L’Angelo comanda a S. Giuseppe di fuggire in egitto, opere di Antonio Raggi (1675). 2^ CAPPELLA A DESTRA: (Strozzi), attribuita erroneamente a Michelangelo, costruita invece nel 1616 c., probabilmente di Giacomo Della Porta: all’ingresso 2 candelabri di bronzo; alle pareti laterali, di austera e solenne architettura, 4 arche in marmo nero contenenti le ossa di 4 figli di F. Strozzi e Maddalena de’Medici; all’altare, la Pietà, tra Lia e Rachele, copie in bronzo degli originali di Michelangelo ; nei piccoli specchi in alto, Deposizione e Resurrezione, fini rilievi bronzei. Alle estremità della navata, nelle pareti sopra gli ultimi archi, le due tombe dei Papi Piccolonimi, qui trasportate nel 1614 da S. Pietro in Vaticano. A sinistra, la tomba di PIO II (Enea Silvio Piccolonimi, morto nel 1464), probabilmente iniziata da Paolo Romano e continuata da un ignote seguace di Andrea Bregno (1470-75 circa); le sculture rappresentano: sotto il sarcofago, trasporto del capo di S. Andrea a S. Pietro; sopra, la Madonna col bambino cui S. Paolo presenta il Piccolomini da cardinale e S. Pietro lo stesso da papa; nelle nicchie, Virtù Teologali e cardinali. A destra, la tomba di PIO III (Francesco Todeschini Piccolomini, morto nel 1503), opera dei Ferrucci sul modello della precedente: sotto il sarcofago, incoronazione del Papa; sopra, Madonna col Bambino, cui i Ss. Pietro e Paolo presentano il pontefice; nelle nicchie, Santi. CUPOLA, la Gloria del Paradiso, affresco gi G. Lanfranco (1621-1625), condotto in gara col Domenichino, autore degli Evangelisti nei peducci (1624-28), derivati dal Michelangelo e dal Correggio. TRANSETTO destro all’altare S. Andrea Avellino tela del Lanfranco. ABSIDE, nella volta affresco del Domenichino (1624-28): il Battista che indica Gesù, Vocazione di Pietro e Andrea; S. Andrea condotto al supplizio; S. Andrea flagellato, S. Andrea sale al Cielo; tra le finestre, Fede, Carità, Religione, Speranza, Fortezza, Preghiera; nello strombo di ciascuna delle due finestre estreme, 2 nudi, opera accademica, già ammiratissima. Nella curva dell’abside da sinistra S. Andrea issato sulla croce, Il Santo Crocifisso, Sua sepoltura, 3 grandi affreschi di C. Cignani e Emilio Taruffi (1660 c.). 1^ CAPPELLA A SINISTRA, eretta per il cardinale Maffeo Barberini (poi Urbano VIII) da Matteo di Città di Castello (1616): decorazione pittorica del Passignano; le statue sono, da destra: S. Marta, di Francesco Mochi; S. Giovanni Evangelista, di Ambrogio Bonvicino; il Battista, di P. Bernini; la Maddalena, di Cristiano Stati.
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