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Nel mezzo della Piazza Augusto Imperatore sorge il Mausoleo d’Augusto, enorme costruzione circolare, composta da una crepidine di 89 m. di diametro e da un tumulo, originariamente alto 44 m., conico e piantato a cipressi. Sepolcro di Augusto e dei principi membri della famiglia Giulia-Claudia, abbandonato e in rovina nei secoli dopo l’impero, nel XII sec. fu dai Colonna trasformato in roccaforte, l’Agosta, presa e smantellata nel 1241 da Gregorio IX. La costruzione fu poi sfruttata come cava di travertino e trasformata successivamente in vigna, giardino, anfiteatro, politeama e, infine, in sala da concerti (l’Augusteo) chiusa nel 1936, quando iniziò la sistemazione della zona. La cripta (attualmente chiusa al pubblico) è stata resa accessibile dai lavori di esplorazione diretti nel 1926-30 da G. Q. Giglioli e A. M. Colini e ripristinata fedelmente nel suo aspetto primitivo. Un lungo corridoio, che lascia a sinistra uno dei 12 compartimenti stagni del 2° giro della costruzione, porta al 1° corridoio anulare dove, a destra è una vetrina con frammenti statuari. Si passa quindi nel 2° corridoio anulare, infine nella cella sepolcrale con pareti di grossi blocchi di travertino, un pilastro al centro e tre nicchie. Nella mediana di queste dovevano trovarsi le urne cinerarie di Augusto (m. nell’anno 14, il 19 Sestile, detto poi Agosto in SUO Onore) e della moglie Livia; nella destra, le urne dei nipoti Caio e Lucio Cesare, nella sinistra, furono trovate l’urna della sorella Ottavia e l’epigrafe di Marcello (il nipote morto giovinetto). Oltre a questi, furono sepolti nel mausoleo: Agrippa, il genero di Augusto; Druso, il figliastro; Germanico, il vincitore di Arminio; Tiberio, Agrippina, Claudio, Britannico, Nerva e, ultima, Giulia Domna, moglie di Settimio Severo, che si pretendeva affine alla famiglia Giulia. Di fronte al Mausoleo, sul Lungotevere è stata innalzata una costruzione a vetri con due ampie scalinate d’accesso alle estremità. In questo insieme si trova sistemata la ricomposizione di uno dei più famosi monumenti romani, l’Ara Pacis Augustae, eretta tra il 13 e il 19 a. C. per celebrare la pace stabilita in tutto l’orbe romano da Augusto, dopo le imprese di Spagna e di Gallia. Il monumento consiste in un’ara, composta di una mensa e di tre fiancate, elevata sopra una gradinata, al centro di un recinto marmoreo. Questo, in cui si aprono due porte, è ornato, all’interno e all’esterno, di magnifici rilievi. All’interno: in basso, profonde scanalature verticali; In alto, bucrani e festoni di fiori e frutta, di una perfezione mai raggiunta prima d’allora dalla scultura romana. All’esterno, in basso, finissimi girali d’acanto sui quali si posano cigni ad ali spiegate. In alto, sopra una fascia scolpita a meandri, le sculture: presso le porte, rilievi simbolici (la terra feconda; scena di sacrificio, con Enea e l’episodio della scrofa bianca augurale che egli trovò al suo approdo nel Lazio); nei lati chiusi, il corteo dei personaggi della Casa Imperiale e dello Stato, quale realmente si svolse (sul lato che guarda la via di Ripetta, dopo i littori, Augusto sacrificante, i consoli, Livia, Agrippa, Druso, Antonia, ecc.). L’Ara Pacis fu in parte scavata nel XVI sec. e i frammenti acquistati dai Medici; seguirono altri scavi nel 1859 e nel 1903; gli ultimi nel 1937-38. Dei frammenti originari, sparsi nei vari musei, sono stati qui ricomposti quelli del Museo delle Terme e della Galleria degli Uffizi a Firenze, insieme a quelli scavati nel 1937 sotto il Palazzo Fiano, dove l’ara si trovava in antico; la lastra del Museo Vaticano e quelle del Museo del Louvre e di Villa Medici sono riprodotte in cemento, come pure alcune parti mancanti del fregio inferiore. Sulla parete del basamento verso la via di Ripetta è riprodotta la famosa iscrizione delle Ree gestae Divi Augusti, in cui Augusto raccontò per i posteri la sua portentosa carriera politica (è il cosiddetto monumentum Ancyranum, trovato ad Ancyra, l’odierna Ankara).
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